Ogni gravidanza è unica
Quando i futuri genitori scoprono che un bambino è in arrivo possono provare emozioni diverse ben prima della nascita: amore, speranza, gioia, come anche profondi dubbi, timori, legati al grande cambiamento già in atto.
Chiaramente questo processo non si esaurisce con il primogenito, ogni gravidanza è unica: se nella famiglia sono presenti altri figli, inizierà una nuova fase, con diverse abitudini, relazioni, esperienze.
Sappiamo che in alcuni casi è presente un forte desiderio di allargare la famiglia cui seguono delle difficoltà legate all’infertilità, tale esperienza può rivelarsi molto dolorosa; l’attesa della gravidanza, pertanto, merita approfondimenti specifici e non sarà oggetto del presente articolo.
Il tempo dell’attesa
Sappiamo come l’esperienza dell’attesa e della nascita siano assai complesse e il benessere emotivo della mamma, le condizioni di salute, il sostegno del partner e della famiglia giocano un ruolo fondamentale nel plasmare questa esperienza.
Oltre alle trasformazioni fisiche (il corpo della mamma lo mostra bene, come anche la casa, in cui entrano oggetti dedicati alla cura del neonato) la gravidanza porta con sé una serie di cambiamenti emotivi, relazionali e pratici che influenzeranno la vita della famiglia, in primis i futuri genitori.
E’ importante pensare alla genitorialità come ad un processo che coinvolge entrambi i soggetti della coppia, pur con caratteristiche specifiche.
La nascita di un figlio è un momento cruciale, in cui si passa da una diade, la coppia, ad una triade, i due genitori e il nuovo nato.
È importante condividere le emozioni e le fantasie legate alla gravidanza, questo aiuta i partner sintonizzarsi emotivamente, a condividere questo nuovo capitolo della loro vita, continuando a conoscersi e a scoprirsi.
Nei primi mesi della gravidanza il genitore costruisce un’immagine ideale del proprio figlio, a partire da quelli che sono i suoi vissuti e le sue aspettative.
I genitori con spontaneità iniziano a fare fantasie sul bambino, sia dal punto di vista fisico che caratteriale, tali scambi sono importanti, aprono uno spazio di riflessione e possono contribuire a creare un legame emotivo ancora più profondo tra i genitori e il bambino in arrivo.
Una coppia che si apre
Dopo la fase della coppia, in cui i futuri genitori si saranno adattati l’uno all’altra entrerà nella loro vita una terza persona che modifica l’equilibrio raggiunto fino a quel momento.
Già dalla gravidanza si inserisce un “terzo”, ancora prima dell’incontro durante il parto. Le trasformazioni corporee e il rapporto diretto con il bambino permettono spesso alla madre una consapevolezza dell’evento che segue tempi diversi rispetto a quella del partner.
Nella fase dell’attesa è importante che i genitori inizino a rendersi conto dei cambiamenti in atto, cominciando a ridefinire i ruoli e la relazione, impegnandosi su questo progetto comune e iniziando a concordare l’impegno nelle cure. Bisogna considerare la gravidanza come un momento in cui inizia a mutare la vita della coppia e della famiglia, un momento destinato alla costruzione in uno “spazio” emotivo in grado di accogliere il nuovo nato.
Dopo il parto il bambino immaginato fa spazio al bambino reale, sarà una fase nuova del tutto nuova, in cui sarà importante prendersi cura del piccolo da un piano fisico ed emotivo, prendendosi il tempo necessario per conoscersi reciprocamente e per adattarsi ai suoi bisogni specifici.
La cura di un neonato è un’esperienza preziosa, diversa dalle precedenti (come già menzionato, anche se non si tratta per la coppia della prima gravidanza).
Nei primi mesi potrebbe essere utile non stabilire programmi serrati in quanto il ritmo della diade mamma-bambino non è controllabile a priori; in questa fase sarà fondamentale tollerare l'incertezza e capire come gestire la stanchezza e la fatica, non limitandosi nel chiedere aiuto.
Nel legame indissolubile tra madre e figlio, è essenziale che i padri si sentano coinvolti e di supporto: il loro coinvolgimento attivo nelle cure del bambino è cruciale per creare un ambiente familiare equilibrato e di sostegno (purtroppo, bisogna considerare come le politiche di welfare non sostengono la cogenitorialità per cui uno dei due genitori dovrà tornare rapidamente al lavoro).
Affrontare le emozioni e la complessità
L’arrivo di un figlio limita il tempo che dedichiamo a noi stessi e alla coppia, stravolge le abitudini e spesso influisce sulla vita professionale (in Italia soprattutto della donna) per un lungo periodo. Essere genitori è un compito carico di responsabilità, oltre alla gioia è possibile che compaiano momenti di incertezza, inadeguatezza, rabbia, seguiti poi da un forte senso di colpa. Bisogna sottolineare che tali sentimenti sono universali, ciò che è fondamentale è affrontarli, parlare delle emozioni più dolorose per far sì che queste non dilaghino.
Qualora la fatica, l’ansia, la paura rispetto a questa nuova fase prendono il sopravvento è importante che vengano riconosciute, così da essere contenute ed esplorate, al fine di non impattare lo sviluppo psicofisico del bambino e il benessere dell’intero sistema familiare.