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La scultura tra arte e terapia
La scultura è uno strumento psicoterapeutico, ma ancor prima è un fenomeno creativo. In questo articolo si approfondiscono i legami tra scultura e creatività in ambito psicoterapeutico.

 La Scultura è uno strumento utilizzato in ambito psicoterapeutico all'interno principalmente del modello sistemico-relazionale dal quale si origina, e si è poi diffuso anche in altri ambiti teorici-metodologici della psicoterapia. Ma ancor prima la scultura è un fenomeno creativo, artistico, simbolico.
Come tale il richiamo è alla “creatività”, intesa come: capacità produttiva della ragione o della fantasia, talento creativo, inventiva.  
Dalla creatività può nascere qualcosa di nuovo:attraverso la riproduzione creativa, anche un’immagine già conosciuta, come per esempio quella della propria famiglia o della propria coppia, può assumere nuovi significati.   Permettere di cambiare la “lente” con la quale si guarda il mondo è, anch’esso, un atto creativo ed allo stesso tempo terapeutico.

  Connessioni tra Creatività e Psicoterapia  

La creatività rappresenta uno degli espedienti che caratterizzano il lavoro psicoterapeutico. Ad esempio, Whitaker (1989) pone l’accento sullo "stimolo della fantasia" per offrire la possibilità di dissolvere quei fantasmi che hanno indebolito e irrigidito la storia del paziente.
Minuchin (1981) parla di "agitazione creativa" con la funzione di aiutare la famiglia a percorrere nuove strade. La dimensione creativa è utile nel lavoro come occasione intuitiva, poiché fornisce l’opportunità di utilizzare strumenti simbolici e spontanei.
Freud diceva (1901): "Chi ha occhi per vedere e orecchi per intendere si convince che ai mortali non è possibile celare nessun segreto. Chi tace con le labbra, chiacchiera con la punta delle dita, si tradisce attraverso tutti i pori" (p. 364, trad. it. 1970).  
Inoltre, per Caillè (2004) il terapeuta deve proporsi come capace di "suscitare delle risonanze sensoriali, emozionali e intellettuali che stimoleranno le risorse relazionali e strutturali produttrici di trasformazione" (p. 172, trad. it. 2005).   Mappare il territorio della realtà psicologica presuppone la capacità di lasciare spazio a interpretazioni personali, mantenendo ferma la consapevolezza che "la mappa non è il territorio" (Bateson, 1972), ma un creativo facilitatore epistemologico.
Di fatti l'arte terapeutica va intesa come capacità di trasporre esperienze interne in prodotti esterni, producendo così potenzialità esperienziale; e proprio per questo la scultura rappresenta una delle espressioni artistiche maggiormente espressive ed antiche.   La scultura non va considerata solo come ricettacolo di dati esterni ma come ogni opera d'arte rappresenta ed esprime un'interpretazione personale dell'artista del quale mette in scena contenuti interni. L'opera d'arte, d'altro canto, non può non fare i conti con il contesto spazio-temporale, all'interno del quale viene concepita e vissuta: la forma artistica coniuga spesso quello che l'artista vede fuori di lui con quello che è dentro di lui.  

La scultura per la Terapia Sistemico-Relazionale: definizioni e rappresentazioni  

Tornando al contesto terapeutico, il movimento della Terapia Familiare ha introdotto nel suo novero metodologico la scultura familiare come proprio strumento innovativo. Virginia Satir (1972) utilizzava la scultura partendo dalla convinzione che le famiglie che giungono in terapia sono spaventate, e che con esse va creato un clima di contatto e di cooperazione. Per la Satir, la scultura è  un’occasione per attivare emotivamente la famiglia e per permettere la descrizione del problema a ciascun membro del sistema familiare. L'autrice chiedeva alla famiglia di mettere  in scena delle modalità interattive considerate costanti da parte dei membri della famiglia e attraverso la drammatizzazione, cercava di far emergere meglio i vissuti personali dei partecipanti.  
La scultura della famiglia diventa "la rappresentazione simbolica di un sistema” ; dove “relazioni, sentimenti, cambiamenti possono essere rappresentati e sperimentati simultaneamente" (Andolfi, 1977, p. 71).  
La scultura costituisce, innanzitutto, un compito che il terapeuta dà al sistema familiare per valorizzare il non verbale e per far emergere le modalità di interazione della famiglia e per rappresentare situazioni emotive. L'obiettivo di questo compito, quindi, è quello di sondare il senso del familiare. La scultura, "permette alle persone di prendere conoscenza delle loro mappe metaforiche, per rendere queste realtà interne esterne e visibili e, quindi accessibili, allo studio e al cambiamento" (Constantine, 1978, p. 16, ed. or.).  
La scultura è una rappresentazione sincronica, ovvero una rappresentazione in cui convergono allo stesso tempo la percezione che il soggetto ha del suo mondo familiare e la sua complessità interna.  
Secondo Vallario (2011) la scultura può essere definita come:

  • Una forma d'arte - nel senso che attiva la capacità creativa dell'individuo.
  • Una metafora - in quanto veicola innumerevoli messaggi legati ai significati che le vengono attribuiti,  aiutando i pazienti a recuperare una visione più chiara, significativa e completa del sistema familiare con il quale sono alle prese,;
  • Un processo valutativo - osservando come si organizza la struttura familiare e  che permette sia di utilizzare il processo stesso della valutazione come strategia per promuovere un cambiamento nel contesto clinico (Crowell e Fleischman, 1996; Fivaz-Depeursinge Depeursinge et al., 2004), sia di coinvolgere la famiglia nel processo di valutazione   
  • Un test - come se fosse una tecnica proiettiva,in quanto propone uno stimolo ambiguo e  non strutturato che permette una gamma infinita di risposte possibili e fornisce l'occasione di rivelare aspetti non manifesti, latenti o inconsci della personalità.

    Per concludere possiamo dire che chiedere una rappresentazione spaziale del gruppo familiare ha il senso di un gioco imitativo e simbolico, di un compito "leggero", basato sul non verbale , che permette spazi espressivi di libertà, e che se utilizzato all’interno del contesto terapeutico aiuta a dare un’analisi ed una valorizzazione più complessa del sistema stesso.

Bibliografia

Minuchin S., Fishman H.C. (1981), Guida alle tecniche della terapia della famiglia, glia, Astrolabio, Roma, 1982.
Whitaker C. (1989), Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia, Astrolabio, 1990.
Freud S. (1901), Frammento di un'analisi di isteria, in Opere, vol. IV, Bollati Boringhieri, Torino, 1970.
Caillè P., Rey Y. (2004), Gli oggetti fluttuanti: metodi di interviste sistemiche, Armando, Roma, 2005.
Bateson G. (1972), Verso un'ecologia della mente, Adelphi, Milano 1976. Satir V. (1972), Peoplemaking, Science and Behavior Book, Palo Alto, CA. Andolfi M. (1977), La terapia con la famiglia. Un approccio relazionale, Astrolabio, Roma.
Constantine L.L. (1978), "Family sculpture and relationship mapping techniques", Journal of marriage and family counselling, n. 4, pp. 13-23.
Vallario L. (2011), La scultura della famiglia. Teoria e tecnica di uno strumento tra valutazione e terapia. Franco Angeli.

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