L’aumento delle separazioni e dei divorzi ha determinato un crescente coinvolgimento dei minori
nei procedimenti giudiziari, soprattutto a seguito della Riforma Cartabia del 2023. In tali contesti
conflittuali, il Giudice può disporre una Consulenza Tecnica d’Ufficio (C.T.U.) finalizzata alla
valutazione delle dinamiche familiari e delle condizioni psicologiche del minore.
Attualmente le separazioni coniugali e i divorzi sono in forte aumento, le coppie che decidono di
interrompere il proprio progetto di vita sono moltissime.
Come lo sono gli adolescenti che varcano la soglia delle aule del Tribunale, per essere ascoltati dal Giudice; in special modo dopo la Riforma Cartabia (dal 28/02/23).
Questo accade quando i genitori sono in conflitto e non si trovano d’accordo sulle scelte educative e sulla gestione dei figli.
Molto spesso il Giudice dispone una C. T. U., ovvero una Consulenza Tecnica di Ufficio in cui viene nominato un professionista esperto che dovrà andare a valutare le condizioni psicologiche del minore (o dei minori), valutare le competenze genitoriali, le dinamiche delle relazioni tra i componenti e suggerire il diritto migliore di visita con il genitore non collocatario (gli articoli di procedura civile che regolano la CTU sono: Art. 61, 62, 63, 64, 191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 201). Per fare questo il C. T. U. deve ascoltare tutti i componenti del nucleo familiare, in particolar modo il minore e quindi preparare un setting adeguato per poterlo accogliere, ascoltare e fare in modo che egli parli dei propri bisogni e del proprio stato psicologico. L’adolescente deve essere accolto ed ascoltato, non deve sentirsi valutato e giudicato, durante gli incontri peritali, in maniera attenta in quanto è fondamentale ascoltare la sua versione, i suoi vissuti, gli eventuali disagi e le esigenze. Bisogna tenere a mente che molto spesso un adolescente che ha i genitori che vivono un alto conflitto è un giovane solo, in quanto molto spesso i genitori sono focalizzati nel conflitto stesso, tanto da dimenticare le sue esigenze.
Egli prende parte, al lavoro peritale in vari momenti: durante il colloquio, nella valutazione testologica, nella visita domiciliare, nell’osservazione delle dinamiche con i genitori.
Il C. T. U. del Giudice deve avere ampia esperienza e formazione nel colloquio con l’adolescente, in quanto dovrà metterlo a proprio agio in un setting disteso in modo tale che abbia e senta gli incontri come un’opportunità di poter esprimere il proprio pensiero e le proprie esigenze.
Importante non dimenticare che l'adolescenza può essere definita come quel periodo di vita compreso tra la fanciullezza e l'età adulta ove si presentano tanti mutamenti sia fisici che psicologici, tra i quali una grande pulsione al confronto e alle prime esperienze affettive. Dal punto di vista cognitivo il pensiero diviene astratto: l'adolescente comincia a pensare in relazione a dati ipotetici, come ad esempio cosa vorrebbe fare da grande; inizia ad assumere un atteggiamento adultizzato e sfrontato, in cui istiga il mondo adulto per poter arrivare a evidenziare e precisare la propria autonomia e la propria identità.
Tutto ciò il C. T. U. dovrà tenerlo a mente, in particolar modo quando effettuerà gli incontri con lui; infatti, gli appuntamenti individuali con l’adolescente devono essere video ripresi e, laddove vi siano i CC. TT. PP. (consulenti di parte) si chiede che questi non partecipino in modo da non poter ingenerare un eventuale disagio nel minore.
In conclusione, all’interno di una separazione coniugale altamente conflittuale, il ruolo del C.T.U. risulta cruciale per valutare le condizioni psicologiche dell’adolescente e le competenze genitoriali, attraverso un’attenta osservazione delle dinamiche relazionali familiari.
Il C.T.U., con adeguata formazione ed esperienza, predisponendo un setting accogliente in cui il minore possa esprimersi liberamente e, tenendo conto delle specificità dell’età adolescenziale, può offrire al Giudice un quadro completo e rispettoso del benessere del minore.
Come lo sono gli adolescenti che varcano la soglia delle aule del Tribunale, per essere ascoltati dal Giudice; in special modo dopo la Riforma Cartabia (dal 28/02/23).
Questo accade quando i genitori sono in conflitto e non si trovano d’accordo sulle scelte educative e sulla gestione dei figli.
Molto spesso il Giudice dispone una C. T. U., ovvero una Consulenza Tecnica di Ufficio in cui viene nominato un professionista esperto che dovrà andare a valutare le condizioni psicologiche del minore (o dei minori), valutare le competenze genitoriali, le dinamiche delle relazioni tra i componenti e suggerire il diritto migliore di visita con il genitore non collocatario (gli articoli di procedura civile che regolano la CTU sono: Art. 61, 62, 63, 64, 191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 201). Per fare questo il C. T. U. deve ascoltare tutti i componenti del nucleo familiare, in particolar modo il minore e quindi preparare un setting adeguato per poterlo accogliere, ascoltare e fare in modo che egli parli dei propri bisogni e del proprio stato psicologico. L’adolescente deve essere accolto ed ascoltato, non deve sentirsi valutato e giudicato, durante gli incontri peritali, in maniera attenta in quanto è fondamentale ascoltare la sua versione, i suoi vissuti, gli eventuali disagi e le esigenze. Bisogna tenere a mente che molto spesso un adolescente che ha i genitori che vivono un alto conflitto è un giovane solo, in quanto molto spesso i genitori sono focalizzati nel conflitto stesso, tanto da dimenticare le sue esigenze.
Egli prende parte, al lavoro peritale in vari momenti: durante il colloquio, nella valutazione testologica, nella visita domiciliare, nell’osservazione delle dinamiche con i genitori.
Il C. T. U. del Giudice deve avere ampia esperienza e formazione nel colloquio con l’adolescente, in quanto dovrà metterlo a proprio agio in un setting disteso in modo tale che abbia e senta gli incontri come un’opportunità di poter esprimere il proprio pensiero e le proprie esigenze.
Importante non dimenticare che l'adolescenza può essere definita come quel periodo di vita compreso tra la fanciullezza e l'età adulta ove si presentano tanti mutamenti sia fisici che psicologici, tra i quali una grande pulsione al confronto e alle prime esperienze affettive. Dal punto di vista cognitivo il pensiero diviene astratto: l'adolescente comincia a pensare in relazione a dati ipotetici, come ad esempio cosa vorrebbe fare da grande; inizia ad assumere un atteggiamento adultizzato e sfrontato, in cui istiga il mondo adulto per poter arrivare a evidenziare e precisare la propria autonomia e la propria identità.
Tutto ciò il C. T. U. dovrà tenerlo a mente, in particolar modo quando effettuerà gli incontri con lui; infatti, gli appuntamenti individuali con l’adolescente devono essere video ripresi e, laddove vi siano i CC. TT. PP. (consulenti di parte) si chiede che questi non partecipino in modo da non poter ingenerare un eventuale disagio nel minore.
In conclusione, all’interno di una separazione coniugale altamente conflittuale, il ruolo del C.T.U. risulta cruciale per valutare le condizioni psicologiche dell’adolescente e le competenze genitoriali, attraverso un’attenta osservazione delle dinamiche relazionali familiari.
Il C.T.U., con adeguata formazione ed esperienza, predisponendo un setting accogliente in cui il minore possa esprimersi liberamente e, tenendo conto delle specificità dell’età adolescenziale, può offrire al Giudice un quadro completo e rispettoso del benessere del minore.
Bibliografia
- Micoli A. “Genitori di fronte la separazione. Come affrontare una CTU” Franco Angeli, 2012
- Micoli A. “La valutazione delle competenze genitoriali”, Key Editore, 2024