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Diritto di cronaca?
Siamo immersi in un "battage" di informazioni, la cronaca giudiziaria mai come in questo momento offre uno scenario variegato e contrastante di ipotesi più o meno realistiche su eventi drammatici del passato.

La giustizia si interroga e si lascia interrogare riproponendo al grande pubblico procedimenti e sentenze che hanno subito un iter tortuoso e non sempre chiaro e lineare. Un percorso che torna indietro scavando sulla vita di possibili quanto forse improbabili esecutori di un delitto che per la sua atroce attuazione mostra ancora oggi una crudeltà inaudita e inspiegabile. Il contesto di un piccolo paese di provincia sembra improvvisamente perdere la sua staticità e calma, espone alla mediaticita' più invasiva colpe ed omissioni giudiziarie, mettendo alla gogna nuove  e inattese ricostruzioni nelle quali la storia processuale potrebbe essere riscritta o addirittura capovolta.

Quello che tutti normalmente chiamiamo diritto di cronaca valica spesso il confine etico della privacy, dei sentimenti intimi e personali che nella vita di ognuno rappresentano idee, pensieri, libere esternazioni riferite in  determinati contesti. La bilancia della giustizia, icona rappresentativa della equità del giudizio, sembra aver perso la sua credibilità, forse avrebbe bisogno di oliare e rendere più funzionali i suoi ingranaggi per restituire a tutti la sua immagine sacra e inattaccabile.
Purtroppo o per fortuna siamo persone, tutti soggetti all'errore, per questo si può e si deve a volte ripercorrere la strada già fatta anche se così facendo si continua a scavare ancora nel dolore della perdita che le immagini cruente hanno cristallizzato e riproposto al pubblico dei media.
Dobbiamo certamente credere ancora nella giustizia, che tra nuovi o presunti indizi, procederà nel suo iter, ma in questo calderone il diritto di cronaca mostra i suoi lati meno belli, diventa consumo e voyeurismo, lo specchio di una virtualità che tende soltanto all'audience, allo scoop che mira a sollevare dubbi sulla certezza della pena e sulla sua amministrazione.

Il diritto di cronaca dovrebbe contemplare il rispetto della vita degli altri, la comunicazione filtrata da ogni ambiguità e tendenziosità, la cura e la sensibilità nell'approccio a eventi tragici e delittuosi, il senso della misura che spesso è traboccante di luoghi comuni, ipotesi, fantasie senza basi solide.

Il diritto di cronaca in questo contesto diventa un terreno instabile e pericoloso sul quale non si possono fondare le basi di una giustizia vera, quella alla quale potremmo e dovremmo  ancora affidarci con piena serenità e fiducia.

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