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Perchè sogniamo?
Perché sogniamo? Qual è il significato dei sogni? Si può raggiungere il benessere mediante i sogni? La moderna psicodinamica e l'analisi del sogno.

Il sogno: un modo per ottenere numeri da giocare al Lotto? Un simbolo da rintracciare nel libro dei sogni per individuarne il significato?
Niente di tutto questo.
Se ci liberiamo da superstizioni e creduloneria possiamo scoprire nel sogno un valido alleato per la nostra crescita personale ed un accurato strumento terapeutico.
Grazie alla rivoluzione freudiana, all'inizio del secolo scorso, venne definito il senso del sonno paradossale, vale a dire quella fase del sonno in cui siamo cerebralmente attivi (onde cerebrali simili alla veglia, rapidi movimenti oculari...) pur rimanendo fisicamente atoni.
La funzione primaria del sogno è volta, secondo Freud, al compimento di un desiderio.
Un’ulteriore funzione è data dalla rielaborazione di contenuti inconsci e repressi.
La moderna psicologia dinamica ed il lavoro di F. Perls in particolare ampliarono il significato funzionale del sogno con lo sviluppo di nuove teorie. Perls ed i suoi collaboratori partirono dal presupposto che tutto l'organismo umano funzioni come una cellula, che mediante la sua membrana porosa di rivestimento assimila ciò che è nutriente, espelle i residui ed aliena ciò che sente velenoso.
Questo processo involontario di integrazione ed espulsione, totalmente spontaneo, caratterizza anche l’organismo umano e viene ad interrompersi, ad “incepparsi”:

  1. Quando l’individuo comincia ad esercitare un controllo razionale volto ad assimilare ciò che ritiene corrispondente al proprio ideale e a rinnegare invece gli aspetti che non gli appaiono conformi al proprio sé. Qualcosa del tipo: per essere “il migliore me” devo diventare e non devo assolutamente essere.
  2. Quando l’individuo smette di sentire e comincia a decidere cosa “lasciar entrare” e cosa non sforzandosi di adeguarsi a modelli esterni a sé. Ad esempio, per essere amato e accolto devo diventare, “non devo mostrarmi”.
    Quando ciò accade, alcune parti del sé vengono rinnegate perché non le vogliamo accettare, perché ce ne vergogniamo, perché le temiamo.
    Di conseguenza tendiamo a proiettarle verso l'esterno. Non accettandole come parti di noi, le disconosciamo e la nostra vita perde in qualità.

Ma in che senso? Proviamo a fare un esempio: come sarebbe possibile poter dire di star davvero bene, di vivere appieno il nostro potenziale negando l'esistenza, e quindi l’uso, di un nostro braccio?
Si potrebbe sopravvivere disconoscendo un nostro arto? Di certo sì, ma con un certo disagio. Disagio causato dal non usufruire di una nostra preziosa risorsa.
Maggiori sono le parti di noi che rinneghiamo e non usiamo, maggiore sarà la sofferenza psicologica che vivremo.
Quando la nostra spinta istintiva verso la curiosità, il bisogno d’amore, il diritto ad essere fragili, le nostre emozioni di collera o di dolore e impotenza vengono da noi negate, siamo costretti a subire il conflitto tra il nostro modello ideale di sopravvivenza e la salvaguardia del nostro autentico sé.
E che ne è di queste proiezioni, parti di noi stessi rinnegate? Poiché ci appartengono, non possono che tornare nei sogni, irriconoscibilmente trasformate dal processo onirico. Ed è proprio procedendo a ritroso, vale a dire svelando attraverso una precisa metodologia il contenuto latente del sogno (quello manifesto è tutto ciò che ricordiamo), che diviene possibile recuperare le parti del sé che avevamo rinnegato.
Perché farlo? Perché solo giungendo all'integrazione di tutto quanto noi siamo, ci è possibile raggiungere un benessere autentico. Recuperare le parti proiettate del nostro sé significa poter finalmente disporre di tutto il nostro potenziale e di ogni nostra risorsa.  

Bibliografia

Perls F. S. (1980). La terapia gestaltica parola per parola. Roma: Astrolabio Ubaldini.
Kepner J. I. (1997). Body process. Il lavoro con il corpo in psicoterapia. Milano: Franco Angeli.

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