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Lo stupore, tra arte e filosofia
Riflessione sullo stupore come elemento comune dell'arte e della filosofia, partendo da una massima di K. Fielder
Lo Stupore è il primo inizio tanto dell'arte quanto della filosofia
- K.Fiedler

Il vecchio motto "Impara l'arte e mettila da parte" mi sembra oltremodo superato. Forse perché tanti anni fa erano necessarie, nella società operaia e contadina, due braccia per lavorare e produrre e certamente investire le proprie energie in campo creativo non aveva riscontri economici e sociali utili.

Se si pensa allo stupore, viene subito in mente l'espressione pura e disincantata di un bambino, poiché la capacità di aprirsi al mondo e di conoscerne i suoi svariati aspetti è tipico di una mente aperta e libera come quella di un bambino. La conoscenza dell'ambiente rappresenta il primo passo per imparare ad interagire con esso e assorbirne i valori estetici e simbolici.
In questo senso proprio i bambini riescono, spontaneamente, a mostrare lo stupore per le cose nuove che incontrano nella loro vita.

 Durante il processo di evoluzione e di apprendimento vengono gettate le basi per una conoscenza che tende all'astrazione e in essa si sviluppano canali creativi personali ed autonomi. I gusti, gli interessi, si diversificano da persona a persona e ognuno, secondo le proprie attitudini, sviluppa capacità rispondenti alle potenzialità innate e al proprio bagaglio culturale.

Esistono persone con spiccate capacità di sintesi e di introspezione, altre che invece tendono ad essere sintetiche e pratiche sul piano organizzativo. Spinti dal desiderio di conoscenza e di interpretazione della realtà molti hanno avvicinato l'arte e la filosofia, massime espressioni del genere umano.

Secondo il mio parere, come sostiene K.Fiedler, lo stupore è il primo inizio dell'arte e della filosofia perché, di tanto in tanto, dobbiamo scrollarci di dosso le sovrastrutture e i condizionamenti della vita quotidiana per diventare un po' artisti e un po' filosofi.
Credo che riscoprire questa naturale disposizione possa aiutarci a vivere meglio e ad apprezzare quello che forse abbiamo perso con il passare degli anni, lo stupore per le molteplici e a volte misteriose manifestazioni della vita che ci circonda. Un primo passo per alimentare e rendere significativo il percorso di conoscenza che riguarda in fondo la storia dell'uomo, un ciclo di conquiste e continua ricerca dei valori estetici e rappresentativi di una realtà in continuo divenire.

 Quando l’emozione dello stupore diventa sentimento, esso si trasforma in meraviglia, ovvero nella capacità di riconoscere ed interiorizzare ciò che appare meraviglioso.
 Il sentimento della meraviglia ci apre al mondo, accogliendo non solo quello che ci rassicura e ci assomiglia, ma lasciandoci sedurre anche da ciò che è nuovo, strano, meraviglioso. Lo stupore è un’emozione improvvisa che ci trova impreparati.

Ci stupiamo di ciò che si allontana dalla realtà, quello che contraddice le abitudini, che spiazza le certezze. La capacità di stupirci ci riconsegna una realtà che pensavamo già di conoscere e che invece ci porta “fuori pista”, gioiosamente o dolorosamente.

 Non esiste qualcosa che sia in sé e per sé “arte” o “non arte“. Siamo noi esseri umani con le nostre emozioni e il conseguente sentimento di stupore o meraviglia a deciderlo.

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