Ancora un Natale, un anno da sfogliare tra le mille luci di città in festa e traguardi da raggiungere, oggetti materiali che catturano lo sguardo insinuando nei nostri pensieri stanchi desideri di cambiamento e di conquiste.
Un Natale sempre più luminoso e accecante che sembra quasi addormentare i ricordi e far lievitare il presente come un dolce frutto dai colori nuovi ed elettrici.
E noi in mezzo a lustrini, alberi e natività raccolte ricuciamo debolezze e fragilità in nome dell’amore e dei sentimenti, cercando nei regali da offrire e da ricevere una fetta della nostra vita diventata grigia e incolore.
Ciò che è passato ci disturba e indispettisce come se il presente e il futuro fossero le sole occasioni a noi destinate.
Eppure per rinascere veramente bisogna sempre fare qualche passo indietro, imparare a rileggere e a comprendere i significati di qualche sbaglio, di qualche caduta che abbiamo voluto cancellare per sempre dalla nostra memoria troppo carica di incombenze e necessità quotidiane.
Questo mondo che continua a girare seguendo le leggi universali è diventato pian piano un deserto, contaminato sempre di più da leggi di mercato che ci obbligano a produrre indiscriminatamente e male. La comunità umana si è parcellizzata e ognuno di noi ha costruito il suo piccolo universo mettendo a rischio i valori primari che hanno reso l’uomo diverso dalle altre specie animali.
Dall’impotenza spesso si genera aggressività e disamore, senso di inutilità e di emarginazione.
Questo Natale ci aspetta al varco, per essere più “buoni” e comprensivi, più veri e altruisti, non lasciamolo andare via senza aver unito il passato al presente, senza aver compreso che il futuro è quello che costruiamo ogni giorno e che diventa il più bel regalo che possiamo fare prima di tutto a noi stessi.
Un Natale per rinascere con la memoria del passato e uno sguardo consapevole al presente e al futuro che ci aspetta.
Un Natale sempre più luminoso e accecante che sembra quasi addormentare i ricordi e far lievitare il presente come un dolce frutto dai colori nuovi ed elettrici.
E noi in mezzo a lustrini, alberi e natività raccolte ricuciamo debolezze e fragilità in nome dell’amore e dei sentimenti, cercando nei regali da offrire e da ricevere una fetta della nostra vita diventata grigia e incolore.
Ciò che è passato ci disturba e indispettisce come se il presente e il futuro fossero le sole occasioni a noi destinate.
Eppure per rinascere veramente bisogna sempre fare qualche passo indietro, imparare a rileggere e a comprendere i significati di qualche sbaglio, di qualche caduta che abbiamo voluto cancellare per sempre dalla nostra memoria troppo carica di incombenze e necessità quotidiane.
Questo mondo che continua a girare seguendo le leggi universali è diventato pian piano un deserto, contaminato sempre di più da leggi di mercato che ci obbligano a produrre indiscriminatamente e male. La comunità umana si è parcellizzata e ognuno di noi ha costruito il suo piccolo universo mettendo a rischio i valori primari che hanno reso l’uomo diverso dalle altre specie animali.
Dall’impotenza spesso si genera aggressività e disamore, senso di inutilità e di emarginazione.
Questo Natale ci aspetta al varco, per essere più “buoni” e comprensivi, più veri e altruisti, non lasciamolo andare via senza aver unito il passato al presente, senza aver compreso che il futuro è quello che costruiamo ogni giorno e che diventa il più bel regalo che possiamo fare prima di tutto a noi stessi.
Un Natale per rinascere con la memoria del passato e uno sguardo consapevole al presente e al futuro che ci aspetta.