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Il turismo e la teoria della modernità
Esiste nell’ambito familiare una sorta di implosione di violenza, un fenomeno che spesso non si manifesta al di fuori delle mura domestiche e per questo meno controllabile e prevedibile. Il caso emblematico di Melania Rea ci mostra gli aspetti più profondi e inquietanti dell’ambivalenza e del contrasto tra la figura maschile e quella femminile.

Gli studi di Sociologia hanno evidenziato gli aspetti ambivalenti della modernità, essa infatti è il risultato di una profonda trasformazione del tessuto sociale che, se da un lato ci ha fornito il benessere materiale e i servizi sempre più perfezionati, dall’altro ha trasferito il tecnicismo organizzativo a tutta la vita sociale impoverendo i rapporti e le relazioni che hanno pian piano perduto la loro valenza più profonda e significativa.

Il turismo rappresenta una cartina al tornasole per evidenziare la trasformazione della società e i suoi comportamenti di fronte alle scelte e alle occasioni di un periodo di riposo lavorativo, una vacanza da riempire guardando oltre la quotidianità della vita di sempre.

I viaggi, nel passato, erano spostamenti dovuti a necessità e venivano affrontati con sacrificio perchè i mezzi di comunicazione non erano sicuri, spesso la partenza non presupponeva il ritorno, a causa dei molti pericoli che il viaggiatore doveva affrontare. L’idea del viaggio come piacere si inserisce in un contesto storico pre-moderno,( ‘600-‘700), esso diventa un bene di cittadinanza ed è collegato alla sicurezza dei nuovi mezzi di trasporto che garantiscono l’incolumità, offrendo occasioni di confronto e aperture verso usi e costumi di altri popoli.

Il turismo moderno, studiato da Bauman nel ‘900 presenta i suoi aspetti negativi perché considerato un fenomeno che genera le distanze sociali; di parere contrario è Z. Mc Connell che ritiene il turista una persona alla ricerca di nuove esperienze e occasioni per arricchire la propria vita.

Anche in questo caso vediamo come uno stesso fenomeno possa essere studiato e valutato presentandone gli aspetti opposti: un eccessivo criticismo o un modello di arricchimento relazionale.

Con l’avvento dell’Illuminismo il viaggiatore diventa logocentrico, egli considera la vacanza un momento di riflessione e ricreazione relazionale che arricchisce di nuovi contenuti la propria esistenza; diari, le narrazioni e i racconti diventano strumenti di conoscenza e studio per il vero e proprio desiderio di conoscenza.

Nel periodo storico successivo, in piena epoca moderna, la cultura dell’immagine conferisce una connotazione diversa al viaggiatore, egli diventa oculocentrico perché conosce i nuovi luoghi attraverso le immagini (fotografie, souvenir) che rappresentano i simboli delle esperienze acquisite, una occasione per vedere e farsi vedere e appropriarsi in modo forse sbrigativo e frammentario della cultura, degli usi e costumi di altri popoli.

Il consumismo turistico e il turismo di massa sono entrambi i risultati della velocità di acquisizione delle informazioni, una velocità che spesso non lascia una traccia visibile del suo passaggio e segue un percorso lineare come è quello dell’evoluzione della società moderna.

 

Bibliografia

Bauman, Z. (1996). From pilgrim to tourist–or a short history of identity. Questions of cultural identity, 1, 18-36.

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