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Pillole di Film
Una rubrica di proposte e critiche personali su film diversi per generi, epoche e stili cinematografici. In pillole. Perché il cinema è come una medicina, allucinogeno e calmante a seconda dei casi, capace sempre di donare a chi lo ama la preziosa sensazione di poter sperimentare altre vite e modi di essere ogni volta diversi.
…Allora, cosa volete vedervi stasera?
“Il cinema? Un mezzo per porre domande”
(Ken Loach)
“Il cinema è l’arte di rievocare i fantasmi”
(Jacques Derrida)
“Il cinema è il modo più diretto per entrare
in competizione con Dio”
(Federico Fellini)
"Il cinema è un'invenzione senza avvenire"
(Louise Lumiére)
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- Scritto da Piercarlo Fabi
- Categoria principale: Articoli
- Categoria: Pillole di Film
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{tab=Recensione}
Un colpo di pistola a bruciapelo, un collaboratore tradito e un microchip d'inestimabile valore rubato. Stacco. Franz termina il suo turno di notte posteggiando l'autobus nel terminal dell'aereoporto di Fiumicino, dove viene raggiunto e minacciato da un gigantesco e spietato strozzino di nome... Titti! Sono i primi cinque minuti dell'opera prima di Davide Marengo e rappresentano l'esempio migliore, quasi un manifesto, del nuovo "genere" cui essa appartiene: la "commedia-noir".
Ambientata nella notte di Roma, trai sanpietrini lividi del Lungo Tevere che riflettono la luce gialla dei lampioni, la pellicola segue la vicenda di Franz, autista di bus ingenuo e perdente, a poker come nella vita, e Leila, o Alessia, o Francesca, truffatrice bugiarda e malinconicamente sfuggente, due opposti che il destino getta nel mezzo di una lotta spietata per un microchip che può rovinare un personaggio molto potente. A dar loro la caccia, da un lato, c'è Matera (Ennio Fantastichini, straordinario come sempre), ex-agente dei servizi segreti duro ma gentile, perseguitato dai rimpianti del passato; dall'altro, ci sono Garofano (Francesco Pannofino, ottimo attore oltre che bravissimo doppiatore di George Clooney, che sfata così il luogo comune: "ottimo doppiatore-pessimo interprete") e Diolaiti (un Roberto Citran eccezionalmente freddo e spietato), coppia efferata come i killer di "LE IENE" e, al tempo stesso, comica come Stanlio e Ollio. Il mistero del microchip si dipana tra sparatorie, tradmenti e inseguimenti mozzafiato in autobus.
Il giovane Marengo si muove tra commedia e thriller con disinvoltura e con un po' di quella "pazzia consapevole" che hanno tutti gli esordienti di talento con alle spalle una promettente gavetta. I suoi due protagonisti, suoi amici di vecchia data nella vita, lo aiutano non poco con le loro interpretazioni: la Mezzogiorno, finalmente libera dai ruoli di trntenne isterica, diverte e si diverte con i seducenti atteggiamenti della doppiogiochista Leila e Mastandrea conferma di essere uno degli attori più sottovalutati dal nostro cinema. Giovani e talentuosi registi (Marengo, ma anche Daniele Vicari) se ne sono resi conto e questo è un altro dei motivi per cui fare il tifo per loro.
{tab=Scheda tecnica}
Regista: D. Marengo
Anno di produzione: 2007
Produzione: Italia
Durata: 104 minuti
{tab=Curiosità}
Non ci sono curiosità
{tab=Riconoscimenti}
David di Donatello 2007: miglior canzone (La Paranza e Mi persi di Daniele Silvestri)
- Dettagli
- Scritto da Claudia Catalli
- Categoria principale: Articoli
- Categoria: Pillole di Film
- Visite: 2725
{tab=Recensione}
Halle Barry, più felina e graffiante che in “Catwoman”, è Rowena (un nome, un programma), giornalista rampante e arrampicatrice velenosa, che si diverte a firmare scoop bollenti, distruggendo senza ritegno le esistenze altrui. Intenta nella prossima mossa, per colpa di un imprevisto dovrà fare i conti con una brutta vicenda riguardante proprio i suoi migliori amici, che si riveleranno all’improvviso dei perfetti sconosciuti (di qui il titolo del film, “perfect stranger”: nessuno è ciò che sembra). “Per commettere un buon omicidio, servono buoni ingredienti al momento giusto”, si dice a più riprese. Qui in effetti ci sono tutti: infanzia difficile, sete di potere, senso di rivalsa, strategie, cambi d’identità, menzogne, vendetta, gelosia, possessione, sensualità spinta all’estremo... Il problema dell’ultima opera di James Foley è proprio questo: tutto troppo facile. E così il thriller (psicologico, nelle intenzioni) perde di tono, appiattendosi su un livello stile “Basic Instinct 2”, dove relazioni morbose sfociano in chattate pseudo-erotiche fra la ricercatrice della verità e il maggior indiziato (un notevole Bruce Willis, che obiettivamente insieme alla maliziosa Berry fa faville). La volontà di sfruttare il moderno espediente di internet, senza abbandonare gli stereotipi classici del sexy thriller, è un tentativo fallito che sfocia in un finale prevedibile: chi non si aspetta che solo il più impensabile sia il vero colpevole?
{tab=Scheda tecnica}
Regista: J. Foley
Anno di produzione: 2007
Produzione: Stati Uniti
Durata: 110 minuti
{tab=Curiosità}
Non ci sono curiosità
{tab=Riconoscimenti}
Non ci sono riconoscimenti