L'associazione
Iscriviti alla Newsletter di MenteSociale!
Il mondo dentro e fuori di noi
Riflessioni sul mondo che ci circonda, su quello che è dentro di noi, sulla circolarità e sulla reciprocità del sistema in cui viviamo e di noi nel sistema...
- Dettagli
- Scritto da Claudia Catalli
- Categoria: Il mondo dentro e fuori di noi
- Visite: 6631
{tab=Recensione}
Soli sette euro mi permisero l’agognata appropriazione del volume della Bompiani firmato Diego Marani. Ricordo che era sera, se non addirittura notte inoltrata, quando aprii per la prima volta questo libro, intonso… ancora per poco. A vederlo oggi sembra un cimelio di qualche epoca lontana, oppure un ricordo di un devastante saccheggio: pagine e pagine sottolineate, scritte, segnate e soprattutto… con i lembi piegati. Ogni volta che noto una frase o un passo spettacolare, davvero degno di nota, uso piegare l’orlo della pagina che lo contiene, come per voler intendere che ne ho in pugno il significato. Neanche a dirlo, il mio "Nuova grammatica finlandese" è ormai accartocciato in mille pieghe! Lo stile dell'autore è straordinario: con il suo elegante plasmare la lingua italiana, Marani cattura inevitabilmente il lettore, lo rapisce e lo incanta.
Per quanto riguarda la struttura del libro, dopo la dedica c’è un piccolo paragrafo scritto in finlandese, che ha tutta l’aria di essere una citazione, ma non azzardo a pronunciarmi, data la mia completa ignoranza circa questa lingua nordica. E’ vero che per un’impercettibile frazione di secondo, nella mente del lettore balena un legittimo dubbio: e… se fosse davvero una grammatica finlandese? E allora le dita corrono veloci, ansiose di sfogliare le pagine e scoprire, per fortuna, l’elegante scintillìo della lingua italiana.
“Nuova grammatica finlandese” è la storia di un uomo. Un uomo sfortunato. Chi? E’ la prima domanda che si porrebbe chiunque, ma che non trova risposta se non verso le ultimissime pagine del libro. E’ un uomo che si risveglia in ospedale senza ricordarsi assolutamente nulla, preda di un vuoto spaventoso da cui deve riuscire a rintracciare, in qualche modo, la sua intera vicenda esistenziale, la sua identità. Un incubo, dite? Ma il peggio deve ancora venire: quest’uomo non sa parlare. No, non è muto, né incredibilmente analfabeta, né uno yeti o un uomo primitivo venuto da chissà dove. E’ soltanto un uomo che ha perso la memoria, tutta, persino quella linguistica. Dalla sua bocca non riescono ad uscire parole, la sua lingua non sa schioccare sul palato per pronunciarle, la sua mente non è in grado di trovare frasi da esprimere… Una tragedia. Una vera tragedia.
Il primo personaggio che incrocia il suo destino con quello dello sventurato protagonista è Peter Friari, medico neurologo finlandese, nonché autore del manoscritto –celebre espediente squisitamente manzoniano- da cui questa storia prende vita. Il dottore crede di riconoscere nel suo paziente un compatriota e la medicina con cui lo curerà sarà appunto il patriottismo, un sentimento inculcato forse erroneamente…
Altra figura fondamentale che s’intreccia con la principale è quella dell’infermiera Ilma Koivisto, che tenterà di coinvolgere il pover’uomo in un’improbabile relazione, con conseguente scarso successo. Indimenticabili tanto l’ “albero dei ricordi”, quanto le lettere di Ilma, veri capolavori di una spontaneità a dir poco commovente: “Dimenticare: è l’unica difesa che ci rimane. Nulla che sia dimenticato può più farci del male. Eppure tu sei lì a scorticarti la coscienza per grattarne fuori i frantumi d’una memoria…”
Last but not least, direbbero gli americani, ecco a voi il personaggio dalle mille sorprese: Olof Koskela. Si tratta di un cappellano militare stravagante e ubriacone, che si dedica per un po’ di tempo al malcapitato allo scopo di insegnargli le tradizioni ed insieme le regole grammaticali di quella che finisce per configurarsi come l’unica vera identità dello sfortunato personaggio principale: la lingua finlandese.
Ecco, “finlandese” è proprio l’aggettivo più giusto, quello che firma l’intero svolgersi della vicenda. E’ lo sviscerato amore che il medico nutre per la sua terra, per la sua gente, per la sua lingua, il vero protagonista di “Nuova grammatica finlandese”; un amore che viene come magicamente insegnato al malcapitato sconosciuto, e che finisce per essere trasmesso persino al lettore. Non sono mai stata in Finlandia. Ora muoio dalla voglia di andarci.
{tab=Scheda tecnica}
Autore: Diego Marani
Titolo: Nuova Grammatica Finlandese
Casa editrice: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2000
{tab=Conosci l'autore}
Diego Marani è nato nel 1959 ed è scrittore, traduttore e glottoteta italiano.
Lavora come traduttore e revisore di testi presso il "Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea" a Bruxelles.
Il primo romanzo (in lingua italiana) è Caprice des Dieux, uscito nel 1994.
Il romanzo Nuova grammatica finlandese, ha ricevuto il Premio Grinzane Cavour nel 2001.
{tab=Curiosità}
Diego Marani È l'inventore della lingua artificiale chiamata europanto, costituita da un insieme di tutte le lingue d'Europa.
{tab=La citazione}
"Ti lascio la mia storia, lettore, perché tu ne faccia un ricordo. Io che non resterò nella memoria di nessuno, io che da vivo non sono esistito, potrò così morire sognando di essere ricordato"
- Dettagli
- Scritto da Dr. Giancarlo Salvadori
- Categoria: Il mondo dentro e fuori di noi
- Visite: 6835
{tab=Recensione}
Scriveva nell’anno 1470, in una lettera alla madre, Nannina Rucellai, sorella di Lorenzo il Magnifico: <<Se si vuole fare quello che si vuole non bisogna nascere donne>>.
Il pensiero espresso oltre 530 anni fa da Nannina Rucellai è di un’attualità sorprendente. Troppe sono ancora le donne che soccombono silenziosamente al volere del maschio al quale sono legate, sia questo il fidanzato, il padre, l’amante, il marito, il medico, il datore di lavoro. Troppe le donne che ancora sono maltrattate, violentate, uccise in seguito a violenze perpetrate all’interno della famiglia o, come avrebbe scritto una volta il buon brigadiere della Polizia nel rapporto da inviare all’autorità giudiziaria, per futili motivi.
Giuliana Dal Pozzo, nel suo libro dal titolo “Così fragile così violento” fa un’analisi completa della condizione femminile nella nostra società, dove sotto l’apparente manto freddo della normalità quotidiana scorre la lava incandescente della violenza.
L’autrice, che è stata una delle fondatrici dell’associazione nazionale volontarie del Telefono Rosa, descrive numerosi episodi che riguardano la violenza contro le donne e che sono stati tratti da segnalazioni giunte proprio alle volontarie dell’associazione stessa. Ne emerge uno spaccato terribile della condizione femminile, ma ancora più terribile e preoccupante è quanto si legge nella filigrana dei racconti. Qui prende infatti forma la figura di un maschio che, indipendentemente dalla cultura e dallo stato sociale, non riesce ancora a svincolarsi dall’atavico sentimento di predominio che crede di possedere nei confronti della donna, vista non come persona ma bensì come oggetto. Siamo lontani, eppur così concettualmente vicini, agli anni in cui visse Torquato Tasso, [1] uno dei maggiori poeti italiani rinascimentali, che nella Gerusalemme Liberata, a proposito della donna, scriveva: <<Femina è cosa garrula e fallace, vòle e disvòle: è folle è uom che se ‘n fida>>. Non c’è bisogno della trasposizione in prosa per comprendere l’accostamento donna-oggetto.
Il libro di Giuliana Dal Pozzo ci offre una descrizione particolareggiata dei comportamenti d’abuso che subiscono le donne. Il limite delle condotte: la fantasia.
Vi sono descritte storie di donne maltrattate dal fidanzato, alle quali l’amore fa perdere di vista i segnali di pericolo che provengono dal loro principe azzurro; donne maltrattate dal marito, il cui abbraccio protettivo che fa bella mostra nella foto del matrimonio si è trasformato in una morsa che stritola; donne maltrattate dal padre, che nella società odierna ha perso l’orientamento psicologico e non sapendo essere autorevole si rifugia nell’autoritarietà oppure nella latitanza; donne maltrattate dal medico, che approfitta di chi cerca aiuto e guarigione ed invece trova un cinico prof. dott. Tersilli; [2] donne maltrattate dal datore di lavoro, alle quali vengono richieste, per dirla con l’indimenticato Pierangelo Bertoli, “certe prestazioni fuori orario”, [3] oppure vittime di mobbing o del più infido straining. [4]
Giuliana Dal Pozzo analizza anche il fenomeno della pedofilia, riportando un elenco in cui sono sinteticamente riassunti i comportamenti che pone in essere un bambino vittima di un pedofilo e che ricalcano lo schema di Finkhelor e Browne. [1]
L’autrice descrive quindi il comportamento violento degli sconosciuti, suddividendo i soggetti in questione in lupi solitari o di branco: i primi agiscono da soli, i secondi in gruppo, in una forma di complicità esclusivamente maschile. Questi sono individui pericolosi che, per vincere la noia che li assale, possono commettere di tutto, dall’imbrattamento alla violenza sessuale spinta sino all’omicidio. Il libro si chiude con la descrizione dei comportamenti di stalking, esibizionismo, coprolalia telefonica e frotteurismo di cui sempre più spesso le donne sono vittime.
[1] Sorrento 1544 - Roma 1595.
[2] “Il Prof. Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con la mutua”. Italia 1970 - regia Luciano Salce – Film con Alberto Sordi, Claudio Gora, Evelyn Stewart, Alessandro Cutolo, Ira Furstemberg, Pupella Maggio, Marisa Fabbri, Lino Banfi, Paolo Paoloni. Durata 104 minuti.
[3] P. Bertoli, F. Urzino “A muso duro”, Ed. Aldo di Lazzaro, 1995, BMG Ricordi Spa.
[4] H. Ege, “Oltre il mobbing. Straining, stalking e altre forme di conflittualità sul posto di lavoro”, Franco Angeli, Milano, 2005.
{tab=Scheda tecnica}
Autore: Giuliana del Pozzo
Titolo: Così fragile, così violento
Casa editrice: Editori Riuniti
Anno di pubblicazione: 2000
{tab=Conosci l'autore}
Giuliana del Pozzo è stata direttrice del periodico “Noi Donne” e redattrice del quotidiano “Paese Sera”. Ha pubblicato un’enciclopedia in due volumi su “Le donne nella storia d’Italia”. E’ stata una delle fondatrici dell’associazione nazionale volontarie del Telefono Rosa.
{tab=Curiosità}
non sono presenti curiosità
{tab=La citazione}
non sono presenti citazioni