“In quer gran palazzo der ducentodiciannone
nun ce stavano che signori grossi: quarche famija der generone
ma soprattutto signori novi de commercio,
de quelli che un po' d'anni avanti li chiamavano ancora pescicani”.
(Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana, C. E. Gadda)
Per l’organizzazione della mostra si è assistito ad un progetto lavorativo corale, dall’ideazione di Gianni Borgna al patrocinio di Comune di Roma, all’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Sovraintendenza ai Beni Culturali, fino alla consulenza di esperti criminologi e giallisti, fra cui gli scrittori Corrado Augias e Carlo Lucarelli. Hanno collaborato anche l’Istituto Luce, Rai Teche, Rai Educational, RCS Corriere della Sera e L’Europeo, grazie ai quali le documentazioni sono state rese nel modo più chiaro possibile, anche attraverso l’aiuto di audiovisivi e documentari talvolta agghiaccianti.
Vi riproponiamo alcuni esempi di casi narrati e illustrati:
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LA BANDA DELLA MAGLIANA E LA SUA PRIMA VITTIMA
7 novembre del ’77: il duca Massimiliano Grazioli viene ucciso con un’arma da fuoco. Questo è il primo di una serie di crimini organizzati ed eseguiti dalla Banda della Magliana, poi processati nel corso dell’ “Operazione Colosseo” del 28 febbraio 1998.
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I FRATELLI MENEGAZZO E LA BANDA DEL CIMINO
17 gennaio 1967: i due fratelli Menegazzo vengono prima derubati di due valigie contenenti 5 kg di oro e gioielli, e poi freddati a colpi di pistola. I sospetti ricadono sulla banda del Cimino, confermati dal ritrovamento di un paio d’occhiali sul luogo del delitto, probabilmente appartenuti al killer detto “il miope”, membro della suddetta banda.
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IL DELITTO DEI CONIUGI BEBAWI
18 gennaio 1964: Faruk Chourbagi, ricco uomo d’affari egiziano, viene ritrovato morto nel suo ufficio. Ad ucciderlo sono stati i coniugi Bebawi, Clair (sua amante) e Yousseph, che però riparano in Egitto e in Svizzera e non sconteranno mai la pena (condanna a 22 anni).
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L’ “AFFAIRE MONTESI”
11 aprile 1953: Wilma Montesi, scomparsa da due giorni, viene ritrovata sulla spiaggia di Torvaianica senza vita. La prima ipotesi è un suicidio, poi si parlerà sempre di un delitto di cui, malgrado le numerosi indagini, il movente resta ignoto. Quello che fu definito il primo vero giallo della Repubblica Italiana si concluse con l’assoluzione dei sospettati Piccioni e Montagna.
La messa a nudo di Roma rivela, dunque, particolari inquietanti che si annidano fra le pieghe storiche delle sue strade, ville, palazzi… c’è del marcio, per dirla con Shakespeare, (non solo) in Danimarca!